COSTI DI SPONSORIZZAZIONE: NUOVI CHIARIMENTI DALLA CORTE DI CASSAZIONE
Con l’ordinanza n. 30036 del 13 novembre 2025, la Corte di cassazione è tornata a pronunciarsi sulla deducibilità delle spese di sponsorizzazione sostenute dalle imprese, ribadendo un principio consolidato ma spesso oggetto di contenzioso: la deduzione è ammessa solo quando il costo risulta effettivamente inerente all’attività d’impresa e adeguatamente documentato.
La Suprema Corte ha sottolineato che l’inerenza non va valutata sulla base dell’entità della spesa, né in funzione di un risultato economico immediato, ma attraverso la verifica della concreta utilità potenziale per l’attività produttiva. Ciò significa che la mera registrazione contabile o la stipula di un contratto di sponsorizzazione non bastano: il contribuente deve provare che la promozione sia stata realmente eseguita e che abbia avuto una funzione coerente con gli obiettivi aziendali.
La Cassazione ha inoltre chiarito che l’onere della prova incombe sul soggetto che intende beneficiare della deduzione. È quindi necessario dimostrare, con elementi oggettivi, che l’iniziativa promozionale si è svolta e che la visibilità offerta alla società sponsor è stata effettiva. Documentazione come materiali pubblicitari, report di eventi, fotografie o altri riscontri operativi assume un ruolo determinante.
L’intervento conferma un orientamento rigoroso: i costi di sponsorizzazione sono deducibili, ma solo se supportati da evidenze puntuali e se collegati in modo credibile all’attività economica svolta. Un richiamo importante per le imprese, chiamate a gestire con attenzione la tracciabilità delle iniziative di marketing per evitare contestazioni in sede di controllo fiscale.