NON È UN “LAVORO” PER VECCHI, LE MALATTIE PROFESSIONALI LEGATE ALL’INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE ATTIVA

Il fact sheet, disponibile sul portale dell’Istituto, attraverso l’analisi dei dati del sistema Malprof esamina gli effetti prodotti dall'incremento dei lavoratori anziani sulla gestione della sicurezza e della salute sul lavoro Le attuali tendenze demografiche e il prolungamento della vita lavorativa contribuiscono all’innalzamento dell’età media della forza lavoro, a cui sembra legato il ridursi di alcune capacità individuali del lavoratore, sia fisiche che sensoriali, e l’emergere di malattie croniche, come i tumori e i disturbi muscolo-scheletrici. Questa tematica è affrontata dal fact sheet “Invecchiamento della popolazione attiva: una lettura del fenomeno a partire dai dati del sistema Malprof”, frutto della collaborazione tra il Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’Istituto, l’Azienda sanitaria locale 2 Abruzzo (Uoc Servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro di Chieti) e il Centro di riferimento regionale per gli infortuni e le malattie professionali (Cerimp) della Regione Toscana. UN MERCATO DEL LAVORO CHE INVECCHIA, IL QUADRO ITALIANO ED EUROPEO Lo studio, riportando i dati di Eurostat, evidenzia come il mercato del lavoro dell’Unione europea abbia registrato cambiamenti notevoli nel 2010 -2021. Uno degli aspetti rilevanti è la quota crescente di occupati di età compresa tra 55 e 64 anni. Questo range anagrafico, infatti, è salito di quasi sette punti percentuali nell’arco di tempo considerato, passando dal 12,5% del totale della popo lazione occupata (15-64 anni) nel 2010, al 19% nel 2021. Nello stesso anno, la quota di occupati sulla popolazione di età compresa tra il 20 e 64 anni è pari al 73,1 % nell’Unione a 27 Paesi. Per l’Italia, questo stesso dato si attesta al 62,7%. Inoltre, sempre nel nostro Paese, gli occupati over 55 registrano un incremento di circa il 10 %: dal 11,1% del 2010 al 21,2% del 2021. INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE ATTIVA E MALATTIE PROFESSIONALI Il fact sheet segnala che, con l'invecchiamento della forza lavoro, si è osservato un aumento delle limitazioni e delle non idoneità alla mansione, soprattutto tra i lavoratori anziani impiegati in attività faticose o impegnative. Di conseguenza, è aumentata anche la diffusione delle malattie correlate al lavoro nelle fasce di età più avanzate. Per l’analisi dello stato di salute dei lavoratori oltre i 55 anni di età, lo studio ha preso in considerazione i dati del sistema di sorveglianza Malprof, che raccoglie e classifica le segnalazioni di malattie lavoro-correlabili che pervengono ai Servizi di prevenzione delle Asl, utilizzando un modello di analisi che assegna l’eventuale nesso di causalità tra la patologia e i periodi lavorativi. Dai dati emerge un incremento di circa il 17% delle malattie professionali per il gruppo anagrafico considerato (lavoratori cinquantacinquenni e oltre), passando dal 40,7 % del 2010 al 57,2 % del 2020. Scorporando i dati secondo una prospettiva di genere, si scopre che nel decennio di riferimento, le segnalazioni sono cresciute dal 29,3 % al 45,7 % per le donne e dal 44,3 % al 62,6 % per gli uomini. LE MALATTIE PROFESSIONALI PER SETTORI PRODUTTIVI Uno dei fattori rilevanti nella salute dei lavoratori anziani è la natura delle loro professioni e il comparto in cui operano. Nei settori di Fabbricazione di altri mezzi di trasporto e Produzione di metalli e loro leghe, le percentuali di lavoratori over 55 con nesso positivo sono rispettivamente del 70,7% e del 63,9%. Questi settori presentano anche interessanti differenze di genere, con il 74,9 % di nessi positivi per gli uomini e il 36,1 % per le donne nel primo e il 64,8 % per gli uomini e il 41,1 % per le donne nel secondo. Nel settore dell'agricoltura, caccia e relativi servizi, il 62,6 % dei periodi con nesso positivo riguarda i lavoratori over 55. Qui, il divario di genere è meno marcato rispetto ai primi due comparti (63,7 % per gli uomini e 59,3 % per le donne). Questo tipo di informazioni, oltre a fornire una fotografia precisa del fenomeno, offre elementi utili alla progettazione di specifiche misure di prevenzione, volte a migliorare la salute e la sicurezza di questa categoria di lavoratori.