GESTIONE DELLO SCIOPERO: È LEGITTIMO SOSTITUIRE I LAVORATORI ASSENTI?

Durante uno sciopero, una delle questioni più delicate riguarda la possibilità per il datore di lavoro di sostituire i lavoratori che hanno aderito all’astensione collettiva con il personale rimasto in servizio. Lo sciopero rappresenta un diritto fondamentale dei lavoratori, volto a esercitare pressione sull’azienda o sull’amministrazione per ottenere miglioramenti economici, normativi o organizzativi. Questo diritto, tuttavia, incontra un limite naturale nel mantenimento della funzionalità minima dei servizi, quando ciò sia necessario a garantire la sicurezza delle persone o la tutela di interessi pubblici essenziali. In linea generale, il datore di lavoro non può utilizzare la sostituzione dei lavoratori scioperanti come strumento per neutralizzare l’efficacia dello sciopero stesso, poiché ciò snaturerebbe il significato dell’azione collettiva e comprometterebbe l’equilibrio tra le parti. Tuttavia, l’impiego del personale non scioperante non è di per sé vietato: il datore può riorganizzare
temporaneamente le attività, distribuendo diversamente i carichi di lavoro o chiedendo al personale in servizio di coprire alcune mansioni compatibili con il loro inquadramento e le loro competenze. Ciò che non è consentito è l’adozione di misure volte esclusivamente a eludere gli effetti della protesta, come l’assunzione di personale temporaneo o lo spostamento di lavoratori da altre sedi con il solo fine di sostituire gli scioperanti. Allo stesso modo, eventuali pressioni o ordini che costringano il personale in servizio a sostituire i colleghi contro la propria volontà o in violazione del contratto possono configurare un comportamento antisindacale. Il confine è sottile e si gioca spesso sull’intento dell’azienda: se la riorganizzazione mira al mantenimento dell’attività minima necessaria o alla sicurezza, è legittima; se invece serve a svuotare di contenuto lo sciopero, diventa un abuso. In sostanza, il datore di lavoro deve muoversi con equilibrio, rispettando il diritto di sciopero e al contempo garantendo la continuità operativa entro i limiti consentiti. La gestione corretta di queste situazioni richiede quindi sensibilità, capacità organizzativa e rispetto reciproco tra le parti, elementi indispensabili per mantenere un clima di fiducia anche nei momenti di conflitto collettivo.

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