GIUDICI E STRAORDINARI IN CARENZA DI ORGANICO: LA CGUE CONFERMA SOLO IL DIRITTO AL RIPOSO COMPENSATIVO

La Corte di Giustizia dell'Unione Europea si è recentemente pronunciata su una questione delicata riguardante l'orario di lavoro dei giudici in situazioni di carenza di organico. La sentenza, emessa il 13 novembre 2025 nella causa C-272/24, chiarisce i limiti del lavoro straordinario nell'ambito della giurisdizione europea, stabilendo che, pur riconoscendo l'esigenza di garantire il corretto funzionamento della giustizia, i giudici che operano oltre l'orario ordinario non possono beneficiare di compensi economici aggiuntivi, ma solo di periodi di riposo compensativo. La decisione della Corte si colloca in un contesto in cui la carenza di personale giudiziario impone un carico di lavoro superiore alla normale capacità operativa, generando situazioni di stress e pressione continua. La CGUE sottolinea come l’obiettivo primario debba rimanere la tutela della salute e del benessere dei magistrati, garantendo tempi di recupero proporzionati all’attività straordinaria svolta. Secondo la Corte, il meccanismo del riposo compensativo rappresenta uno strumento adeguato per bilanciare l’esigenza di flessibilità organizzativa con i diritti dei lavoratori, evitando che l’incremento delle ore lavorative comporti un arricchimento economico automatico. La sentenza si inserisce in un più ampio dibattito sull’efficienza della giustizia e sul rischio che la scarsità di organico incida sulla qualità del lavoro giudiziario. Pur non introducendo modifiche alla normativa nazionale, il pronunciamento della CGUE offre indicazioni interpretative chiare per tutti gli Stati membri, affermando che l’adozione di misure compensative in forma di riposo è sufficiente a tutelare i diritti dei magistrati senza creare obblighi economici aggiuntivi. L’impatto della sentenza è significativo, poiché evidenzia la necessità di conciliare le esigenze organizzative degli uffici giudiziari con la protezione dei lavoratori, sottolineando che la gestione del lavoro straordinario deve privilegiare strumenti non monetari e promuovere la sostenibilità del servizio giudiziario. La decisione della Corte contribuisce a definire un principio di equilibrio tra produttività e tutela del benessere dei magistrati, ribadendo l’importanza del riposo compensativo come unico strumento riconosciuto in casi di straordinario imposto dalla carenza di organico, fornendo così una guida chiara per l’applicazione uniforme della normativa sul lavoro nell’ambito della magistratura.

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