RESPONSABILITÀ DELLA BANCA PER I FURTI DEI DIPENDENTI

La responsabilità della banca per i furti commessi dai propri dipendenti è un tema delicato che unisce diritto civile e diritto del lavoro. In base al principio della responsabilità oggettiva del datore di lavoro, la banca può essere ritenuta corresponsabile quando il dipendente, nell’esercizio delle proprie mansioni, commette un illecito a danno dei clienti o della stessa istituzione. Questo principio nasce dal fatto che il datore di lavoro ha il dovere di vigilare sull’operato dei propri collaboratori e di adottare misure preventive idonee a tutelare terzi da eventuali comportamenti illeciti.
Nel caso dei furti, la giurisprudenza italiana ha spesso stabilito che la banca risponde patrimonialmente se il dipendente agisce nell’ambito delle proprie funzioni, anche se il gesto è motivato da interesse personale. Ciò non significa che l’istituto sia automaticamente colpevole, ma che spetta alla banca dimostrare di aver adottato tutti gli strumenti di controllo possibili per prevenire il danno. Sistemi di sicurezza, controlli interni, verifica dei conti e formazione del personale sono considerati elementi fondamentali per ridurre la responsabilità.
È importante sottolineare che la responsabilità della banca non esclude eventuali azioni penali contro il dipendente autore del furto. Tuttavia, per il cliente o per la parte lesa, il riconoscimento della responsabilità civile della banca rappresenta uno strumento efficace per ottenere il risarcimento del danno. La normativa e la giurisprudenza confermano quindi come la vigilanza sui dipendenti non sia solo un obbligo etico, ma anche legale, rendendo la banca corresponsabile delle conseguenze dei furti interni se non adotta adeguate misure di prevenzione.

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