INFORTUNI NELL'INDUSTRIA DEL LEGNO: ANALISI, FATTORI DI RISCHIO E MISURE DI PREVENZIONE
Una pubblicazione Inail basata sui dati del sistema Infor.Mo compie un'analisi approfondita degli infortuni mortali e gravi nell'industria del legno, evidenziandone modalità di accadimento e indicazioni di prevenzione per migliorare la sicurezza dei lavoratori
L'industria del legno presenta un elevato rischio infortunistico, in particolare nelle micro imprese e nelle fasi lavorative dove sono impiegati macchinari. Una recente scheda informativa curata dal Dipartimento di medicina, epidemiologia,
igiene del lavoro e ambientale dell’Inail (Dimeila), attraverso l'analisi dei dati tratti dal sistema di sorveglianza nazionale degli infortuni mortali e gravi Infor.Mo, fornisce indicazioni per ridurre i rischi, evidenziando misure tecniche, procedurali e organizzative di prevenzione.
Dati e tendenze sugli infortuni nel settore del legno. L'industria del legno (fatta esclusione per la produzione di mobili, che è un settore a parte) nel periodo esaminato presenta un incremento del 20% delle denunce di infortunio rispetto al 2020, in linea con il resto del comparto manifatturiero. Si tratta di uno dei settori con il tasso di rischio più elevato, con 21,17 incidenti ogni 1.000 addetti nel periodo 2020-2022, ben al di sopra della media manifatturiera di 12,00. Un dato significativo emerge dalla dimensione aziendale: oltre il 41% degli infortuni si verifica in microimprese, una percentuale significativamente superiore alla media del settore.
Le modalità di accadimento e i fattori di rischio. L’analisi delle dinamiche infortunistiche ha messo in luce i tre principali incidenti: contatti con organi di lavoro in movimento (44,8%), cadute dall’alto (19,9%) e proiezioni di solidi (6,9%). Queste modalità sono spesso legate a carenze procedurali e a problematiche delle attrezzature. In particolare, il contatto con macchinari in movimento, come seghe e levigatrici, è il principale incidente per gli eventi gravi. Tra gli infortuni mortali, il 31% è attribuito a cadute dall'alto, seguite dalle cadute dall’alto di gravi (17%) e dal contatto con macchinari in movimento (15%). Le cadute dall'alto sono frequentemente causate da lavori in quota non adeguatamente protetti, come l'installazione di infissi o la manutenzione di tetti. I fattori di rischio più comuni includono modalità operative errate, protezioni dei macchinari mancanti o inadeguate, mancanza di manutenzione e adeguata formazione.
Le misure di prevenzione e protezione. Per prevenire gli infortuni nel settore, è fondamentale adottare misure tecniche, procedurali e organizzative adeguate. Le principali azioni preventive devono riguardare innanzitutto le modalità infortunistiche più ricorrenti sopra descritte, ovvero il contatto con organi di lavoro in movimento (da fronteggiare con l’installazione di protezioni fisse o mobili, l’utilizzo di dispositivi di interblocco e barriere fotoelettriche e la formazione specifica all'uso sicuro delle macchine); le cadute dall’alto (da prevenire con la predisposizione di parapetti, imbracature e reti anticaduta, piattaforme elevabili conformi alle normative e la regolare manutenzione delle coperture); e infine la proiezione di solidi (da cui proteggersi con l’installazione di ripari fissi o mobili sulle macchine, il controllo della velocità degli organi di lavoro, l’uso di occhiali protettivi, guanti e grembiuli resistenti agli urti). È inoltre fondamentale sviluppare una cultura della sicurezza partecipata, incentivando i lavoratori a segnalare anche gli infortuni mancati (near miss) e promuovendo un miglioramento continuo nelle pratiche di sicurezza. La corretta gestione dei rischi è un processo integrato che deve coinvolgere, nelle piccole imprese e nelle grandi realtà industriali, tutti i livelli aziendali.