NUOVA IMPOSTA SULL’ORO: GOVERNO PRONTO A INCASSARE QUASI 2 MILIARDI
Il governo sta valutando l’introduzione di una nuova imposta sull’oro fisico, con un’aliquota agevolata del 12,5% sulla rivalutazione dei lingotti e delle monete. La misura, inserita nella cornice della prossima Manovra, potrebbe fruttare fino a 2 miliardi di euro nelle casse dello Stato, rappresentando un contributo significativo al bilancio pubblico.
L’imposta si applicherà sulla differenza tra il valore di acquisto e il valore corrente dell’oro detenuto dai privati, rendendo così tassabile il guadagno derivante dall’investimento in questo metallo prezioso. L’idea è quella di introdurre una tassazione moderata, che non scoraggi completamente l’acquisto di oro, ma che permetta comunque di recuperare risorse in un contesto di conti pubblici sotto pressione.
Il mercato dell’oro potrebbe risentire di questa novità, con effetti sulle dinamiche di compravendita tra privati e sugli investimenti in metalli preziosi. In particolare, chi possiede lingotti o monete di valore potrebbe dover riconsiderare le strategie di vendita per ottimizzare il rendimento al netto della nuova imposta.
Dal punto di vista politico, la scelta di applicare un’aliquota agevolata riflette la volontà di aumentare le entrate senza gravare eccessivamente sui contribuenti più comuni. L’obiettivo è trovare un equilibrio tra necessità di bilancio e sostenibilità degli investimenti privati, colpendo beni tradizionalmente considerati rifugio sicuro in periodi di incertezza economica.
Con questa operazione, il governo punta a ottenere risorse significative, sfruttando settori finora poco tassati, ma capaci di generare un gettito rilevante. Nei prossimi mesi sarà cruciale osservare come reagirà il mercato e quale impatto reale avrà la misura sulle decisioni degli investitori italiani.