LAVORO E INFORTUNI: DATORE DI LAVORO QUASI SEMPRE COLPEVOLE

Con l'Ordinanza n. 26021 del 24 settembre 2025, la Corte di Cassazione torna su un tema piuttosto spinoso, ossia quello della suddivisione degli oneri di allegazione e prova in materia di infortunio e malattie professionali.
Nel panorama della sicurezza sul lavoro, la responsabilità del datore di lavoro in caso di infortunio è un principio ormai consolidato. La legge italiana – in particolare il D.Lgs. 81/2008 – stabilisce che è compito del datore prevenire i rischi, formare adeguatamente i dipendenti e predisporre tutte le misure necessarie per garantire un ambiente di lavoro sicuro. Quando ciò non avviene, anche in presenza di una colpa del lavoratore, la responsabilità datoriale tende comunque a prevalere.
La giurisprudenza lo conferma: i giudici ritengono il datore responsabile in quasi tutti i casi, salvo situazioni eccezionali. Infatti, anche se l’infortunio deriva da un comportamento imprudente del lavoratore, si verifica quasi sempre una corresponsabilità, perché il datore è tenuto a vigilare e prevenire anche questi comportamenti.
In sostanza, non basta fornire i dispositivi di protezione: serve controllo costante, formazione mirata e reale attenzione alla prevenzione. L’obiettivo non è solo evitare sanzioni, ma soprattutto tutelare la salute dei lavoratori. Perché dietro ogni infortunio ci sono persone, famiglie e vite che possono cambiare per sempre.
La sicurezza non può essere delegata, né improvvisata. E in caso di incidente, la responsabilità del datore non è solo un’ipotesi: è quasi una regola.