RISARCIMENTO DEL DANNO DA INFORTUNIO SUL LAVORO: LA PROVA DEL NESSO CAUSALE PUÒ RICAVARSI IN VIA PRESUNTIVA DAL RICONOSCIMENTO DELL’EQUO INDENNIZZO

Una operatrice socio-sanitaria cade da una sedia mentre cerca di afferrare una scatola di grissini per i degenti posizionata su un alto pensile della cucina. Una volta riconosciutole l'equo indennizzo per la causa di servizio, le viene però negato in secondo grado il risarcimento dei danni in conseguenza dell'infortunio sul lavoro. Con l'Ordinanza n. 21714 del 28 luglio 2025, la Suprema Corte afferma importanti principi di diritto che chiariscono il tema:
•anzitutto, la prova del nesso causale nel giudizio risarcitorio può
ben essere ricavata dal giudice in via presuntiva sulla base del
riconoscimento da parte del datore di lavoro dell'equo indennizzo
per causa di servizio;
•fondamentale non trascurare che in tal caso grava sul datore di
lavoro provare di avere adottato tutte le cautele necessarie per
impedire l'atto lesivo, essendo il giudice chiamato a stabilire una
eventuale responsabilità a suo carico in tal senso.