CONTROLLI DELL’ISPETTORATO SUL RICORSO ALLA VIDEOSORVEGLIANZA NEI MAGAZZINI E NEI LUOGHI DI LAVORO

L’uso della videosorveglianza nei luoghi di lavoro rappresenta da anni un terreno delicato, in cui si incrociano esigenze di sicurezza aziendale e tutela dei diritti dei lavoratori. Proprio per questo, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha intensificato i controlli nei magazzini e in altri ambienti produttivi, con l’obiettivo di verificare che l’installazione delle telecamere avvenga nel pieno rispetto della normativa vigente.
Secondo l’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori, gli impianti audiovisivi possono essere utilizzati solo a condizione che esista un accordo sindacale o, in mancanza, un’autorizzazione rilasciata dall’Ispettorato. Le telecamere
devono rispondere a esigenze concrete – come la sicurezza, la protezione del patrimonio o l’organizzazione del lavoro – e non possono mai trasformarsi in uno strumento di controllo costante e indiscriminato sull’operato dei dipendenti.
Negli ultimi mesi, l’attività ispettiva ha portato alla luce numerosi casi di irregolarità. In diversi magazzini, le telecamere risultavano installate senza le necessarie autorizzazioni, o in posizioni tali da consentire un monitoraggio diretto e continuativo dei lavoratori. In altri casi, l’informativa rivolta al personale era assente o carente, violando così anche la disciplina sulla privacy. Le sanzioni possono essere significative, sia sul piano amministrativo che penale, e mirano a scoraggiare comportamenti poco trasparenti.
L’attenzione delle autorità si concentra anche sulla gestione dei dati raccolti: le immagini devono essere conservate per un tempo limitato e accessibili solo a personale autorizzato. Ogni abuso può configurare violazioni non soltanto del diritto del lavoro, ma anche del Regolamento europeo sulla protezione dei dati (GDPR).
L’invito rivolto alle imprese è dunque quello di adottare un approccio equilibrato: garantire sicurezza e tutela del patrimonio senza sacrificare i diritti fondamentali dei lavoratori. La videosorveglianza può essere un valido strumento organizzativo, ma solo se utilizzata con trasparenza, correttezza e nel pieno rispetto delle regole.
RISCHI E SANZIONI PER VIOLAZIONI
L’installazione di telecamere nei luoghi di lavoro senza accordo sindacale o autorizzazione dell’Ispettorato è punita dall’art. 38 dello Statuto con:
• Ammenda da 154,94 euro a 1.549,37 euro;
• Arresto da 15 giorni a un anno, salvo che il fatto costituisca reato
più grave.
Nella logistica, dove l’uso della videosorveglianza è spesso integrato nei processi operativi, il mancato rispetto delle procedure può comportare gravi conseguenze sanzionatorie per le aziende.