CONTANTE, IL GOVERNO BLOCCA IL RIALZO A 10.000 EURO
L’innalzamento del tetto del contante a 10.000 euro non entrerà nella manovra di Bilancio 2026. È stato infatti ritirato l’emendamento, che prevedeva l’introduzione di “un’imposta speciale di bollo, nella misura fissa di 500 euro, su ogni pagamento effettuato in contante tra 5.001 e 10.000 euro”. Con questa decisione, il limite dei pagamenti in contante resta quindi fermo a 5.000 euro, confermando le regole attuali per le transazioni tra privati e imprese.
Il tetto ai pagamenti in contante rappresenta uno strumento che i governi utilizzano per contrastare l’evasione fiscale e incentivare l’uso di tracciabilità dei pagamenti. In Italia, negli ultimi anni, questo limite è stato più volte oggetto di dibattito: mentre alcune forze politiche spingevano per un aumento per semplificare la vita ai cittadini, altre hanno sempre sottolineato la necessità di mantenere controlli rigorosi sulle somme elevate per ridurre il ricorso al contante.
Guardando oltre i confini italiani, la situazione varia sensibilmente tra i Paesi europei. In Francia, il limite per i pagamenti in contante ai residenti è di 1.000 euro, ma può arrivare a 15.000 euro per i non residenti. In Germania, i pagamenti in contante non hanno limiti assoluti, anche se per somme ingenti le banche possono richiedere chiarimenti sulle origini del denaro. La Spagna fissa invece il limite a 2.500 euro per i pagamenti tra privati e aziende, mentre il Portogallo ha stabilito una soglia di 3.000 euro. Nel complesso, la maggior parte dei Paesi europei mantiene tetti relativamente bassi, privilegiando la tracciabilità e i pagamenti digitali.
Il ritiro dell’emendamento italiano si inserisce in un contesto europeo più ampio, dove la tendenza è chiaramente quella di limitare il contante per rafforzare la lotta all’evasione. Tuttavia, molti cittadini e operatori economici temono che un eccessivo ricorso a sistemi elettronici possa complicare le transazioni quotidiane, soprattutto per chi non utilizza strumenti digitali in maniera regolare. La decisione del governo di bloccare il rialzo a 10.000 euro sembra dunque rappresentare un compromesso tra la necessità di controllo e la praticità dei pagamenti per i cittadini.
Confermare il limite a 5.000 euro significa anche evitare l’applicazione di un’imposta fissa sul contante, misura che avrebbe avuto un impatto diretto sulle transazioni di medio importo e sulle spese quotidiane dei cittadini. Resta quindi da vedere se, nei prossimi anni, l’Italia seguirà le scelte di altri Paesi europei aumentando la pressione sui pagamenti tracciabili o manterrà un approccio più equilibrato tra controllo fiscale e libertà dei cittadini.