VIDEOSORVEGLIANZA NEI LUOGHI DI LAVORO, LE REGOLE

Le imprese con almeno un dipendente devono richiedere un’apposita autorizzazione per installare telecamere nei luoghi di lavoro, pena una sanzione penale. Scopri come essere a norma.

 

La videosorveglianza nei luoghi di lavoro è consentita per le seguenti motivazioni:

  • esigenze organizzative e produttive;
  • sicurezza del lavoro;
  • salvaguardia del patrimonio aziendale.

L’installazione di telecamere nei luoghi di lavoro, però, è soggetta ad una serie di regole che vanno rispettate. 

Per esempio, le aziende che abbiano da 1 a 15 dipendenti hanno l'obbligo di munirsi di apposita autorizzazione rilasciata dall'ispettorato del lavoro (ITL) competente per il territorio. 

Questo obbligo (sancito dall'art 114 del Decreto legislativo 196/2003, che richiama l'art 4 della Legge n. 300/1970) vale anche per le aziende oltre i 15 dipendenti che non abbiano raggiunto un accordo sindacale aziendale. 

In caso di violazione, il datore di lavoro rischia una sanzione penale (ammenda) fino a 1.549,00 euro ovvero l'arresto da 15 giorni ad un anno (art. 38 Legge n. 300/1970).

L’obbligo di possedere l’autorizzazione non sussiste per le aziende che non occupano dipendenti.

In ogni caso, tuttavia, il titolare dell’impianto di videosorveglianza, e quindi del trattamento dei dati, deve comunque ottemperare agli obblighi di informativa previsti dall’art. 13 del Decreto legislativo n° 196/2003 e dalle "Linee guida 3/2019 sul trattamento dei dati personali attraverso dispositivi video" del Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB).

 

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