SGRAVIO CONTRIBUTIVO ALLE LAVORATRICI CON FIGLI DAL 2024

Meno contributi per le lavoratrici con almeno due figli secondo la legge di bilancio 2024 ormai in vigore. Vediamo come funziona. La legge di Bilancio 2024, legge 213 2023, pubblicata il 30 dicembre in Gazzetta Ufficiale prevede un nuovo taglio "rafforzato" del cuneo contributivo, riservato alle lavoratrici madri. I commi 180-181 prevedono infatti uno sgravio totale dei contributi previdenziali a carico delle lavoratrici, pari al 9,19% della retribuzione imponibile, sempre che siano assunte a tempo indeterminato e abbiano due o più figli. Questo sconto aumenterà l'importo netto della retribuzione e avrà impatto diverso sulle lavoratrici con redditi sopra e sotto i 35mila euro, in quanto queste ultime già godono dell'esonero parziale del cuneo fiscale destinato alla generalità dei lavoratori. Il nuovo incentivo intende favorire l'occupazione femminile e sostenere le famiglie. Tuttavia, è necessario considerare le limitazioni e le esclusioni previste dalla legge, che riducono la platea delle beneficiarie e il fatto che l'aumento del netto in busta paga, dovuto allo sgravio contributivo, comporta maggiori imposte. Vediamo di seguito maggiori dettagli e i possibili effetti. SGRAVIO CONTRIBUTIVO MADRI 2024 Il comma 180 della legge di bilancio 213 2023 come detto prevede due diverse misure: per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026 l'esonero del cento per cento della quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico delle lavoratrici madri di 3 o più figli, con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, ad esclusione dei rapporti di lavoro domestico fino al mese di compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo, nel limite massimo annuo di 3.000 euro riparametrato su base mensile. uno sgravio di pari importo ma in vigore solo per il 2024 è previsto invece: per le lavoratrici madri di due figli (sempre con contratto a tempo indeterminato, ed esclusi i rapporti di lavoro domestico) fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più pic colo. In entrambi i casi resta ferma l'aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche, cioè il calcolo della pensione non prevede riduzioni. 2) SCONTO CONTRIBUTIVO MADRI: DUE CATEGORIE E DIVERSI BENEFICI Secondo la stima contenuta nella relazione tecnica al Ddl, il nuovo esonero riguarderà circa il 6% delle donne occupate. È destinato infatti alle 570.475 lavoratrici con due o più figli che risultano ad oggi nelle banche dati dell'INPS La platea della nuova decontribuzione per le madri risulta dunque limitata: su 9,74 milioni di occupate nel 2022, a beneficiare del nuovo sgravio, come detto, saranno circa il 6 per cento del totale. Sono escluse le lavoratrici dipendenti con contratti a tempo determinato (1,48 milioni), le libere professioniste (482mila), le lavoratrici autonome (751mila), oltre alle lavoratrici domestiche. e ovviamente le lavoratrici senza figli o con un figlio unico. La misura incide in maniera diversa in quanto le lavoratrici dipendenti con redditi sotto i 35mila euro già beneficiano del taglio del cuneo fiscale introdotto dal Governo Draghi nel 2021 e confermato dal Governo Meloni fino ad oggi. I benefici riguardano infatti lavoratrici con retribuzioni lorde fino a 35mila euro, che già beneficiano del taglio del cuneo contributivo (del 7% fino a 25mila euro di paga lorda o del 6% fra 25mila e 35mila euro) si vedranno confermare il taglio attuale – come previsto dalla manovra per il 2024 – e, se madri di due o più figli in aggiunta, avranno un ulteriore sconto sui contributi a loro carico, di due o tre punti percentuali. Le lavoratrici con retribuzioni superiori a 35mila euro all’anno, invece, che finora non hanno avuto accesso all’esonero contributivo generalizzato, e se hanno due o più figli e sono assunte stabilmente, accederanno direttamente da gennaio allo sconto del 9,19 per cento (per 1 anno se hanno due figli, per 3 anni se hanno almeno tre figli). 3) ESONERO CONTRIBUTIVO MADRI: I POSSIBILI RISPARMI Necessario evidenziare che il risparmio contributivo garantito da questa nuova misura fa comunque innalzare l'imponibile fiscale con conseguente maggiori tasse da versare. una dipendente con due figli, con retribuzione imponibile mensile im ponibile ai fini previdenziali di 1.500 euro, potrà avere uno sconto contributivo complessivo, con relativo aumento in busta paga rispetto ad oggi, con il solo taglio del cuneo fiscale ordinario, di circa 138 euro invece che 105. Invece una dirigente con figli e titolare di un imponibile previdenziale di 5.600 euro mensili che non ha avuto finora il taglio del cuneo contributivo perché il reddito supera i 35mila euro annui, potrà avere il taglio massimo stabilito dalla legge (250 euro al mese x 12 mesi) ma dovrà comunque versare circa 256 euro di contributi. In tutti i casi con il taglio contributivo l'imponibile fiscale sarà più alto.