Niente condanna per il datore: Nei lavori in quota si privilegiano i sistemi di protezione collettiva

Deve essere annullata con rinvio la sentenza d'appello che condanna il datore di lavoro per il reato di omicidio colposo dopo l'infortunio mortale al lavoratore, dovendosi osservare che l'intero corpo di regole cautelari individuate dal legislatore per i lavori in quota indica che i dispositivi di protezione collettiva sono da considerare lo strumento di maggior tutela per la sicurezza dei lavoratori. Non sono condivisibili infatti le sentenze dei due gradi di merito che hanno sviluppato in via prioritaria la questione inerente alla carenza di dispositivi di sicurezza individuale, invece di verificare se, in relazione al tipo di sistema dl protezione prescelto ed alle attrezzature adottate, il datore avesse correttamente individuato e fornito gli strumenti idonei a minimizzare i rischi per i lavoratori contro le cadute.

È quanto espresso dalla Corte di Cassazione nella Sentenza n. 24908 del 30 giugno 2021

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