DECRETO LAVORO 2023, GRANDI CAMBIAMENTI IN ARRIVO
Il Decreto Lavoro 2023 si pone l’obiettivo di riorganizzare, ad ampio raggio, il mondo del lavoro e prevede l’introduzione di importanti cambiamenti: dalla Garanzia per l’Inclusione (GIL) che sostituirà il Reddito di Cittadinanza all’aumento dell’assegno unico, dai bonus a favore delle assunzioni under 30 all’introduzione di nuove casuali per i contratti a termine. Non mancano le novità anche in materia di prepensionamento.
La bozza si compone di oltre quaranta articoli e sarà presentata a breve in Consiglio dei ministri. Scopriamo insieme quali sono i principali provvedimenti presenti e quali impatti avranno sul mercato del lavoro.
REDDITO DI CITTADINANZA, SOSTITUITO DA GIL E GAL
Le novità principali del Decreto Lavoro 2023 ruotano intorno ai nuovi strumenti, che andranno a sostituire, entro fine anno, il Reddito di cittadinanza. Nello specifico, il Reddito di cittadinanza si sdoppia: da una parte, la Garanzia per l’inclusione (GIL), a supporto delle famiglie in povertà assoluta e dall’altra parte, la nuova misura per i cosiddetti occupabili, ovvero la Garanzia per l’attivazione lavorativa (GAL).
DECRETO LAVORO 2023, COME FUNZIONA LA GARANZIA PER L’INCLUSIONE
La Garanzia per l’inclusione (GIL) sarà concessa ai nuclei familiari, in situazione di povertà assoluta, che presentano almeno un componente minorenne, disabile o con più di 60 anni, che rientrano nel seguente range ISEE. Difatti, la bozza del Decreto Lavoro cambia il requisito di accesso legato all’ISEE, che passa da 9.360 € a 7.200 € e riduce così la platea degli aventi diritto.
Resta invariato l’importo dell’attuale reddito, ovvero un massimo di 780 € per un single con casa in affitto, che viene riparametrato sulla base della scala di equivalenza, in caso di altri membri nel nucleo familiare. In particolare, l’importo base sarà sempre di 500 € al mese, più l’eventuale parte destinata a coprire le spese per l’affitto, fino a 280 € al mese, per un totale appunto di 780 €, com’è stato fino adesso. È previsto anche un aumento fino un massimo di 1.150 €, in base alla composizione familiare.
GARANZIA PER L’ATTIVAZIONE LAVORATIVA PER LE PERSONE OCCUPABILI
Il Decreto Lavoro 2023 prevede misure specifiche di accompagnamento al lavoro e politiche attive per le persone occupabili, ovvero tutti i soggetti maggiorenni, con età inferiore a 60 anni, che non siano già occupati e che non frequentino un regolare corso di studi.
La Garanzia per l’inclusione sarà affiancata da altri due strumenti, con importi più bassi:
- Prestazione di accompagnamento al lavoro (PAL)
Si tratta di una misura transitoria rivolta a chi ha firmato un Patto per il Lavoro e dall’agosto 2023 non riceverà più il Reddito di Cittadinanza, come previsto dalla Legge di Bilancio. Per gli abili al lavoro, che rientrano in questa casistica, scatta questa prestazione transitoria per coprire gli ultimi mesi del 2023.
- Garanzia per l’attivazione lavorativa (GAL)
Questo strumento si rivolge invece agli occupabili, che non hanno i requisiti per la GIL e si trovano in condizione di povertà assoluta. Il requisito ISEE è di 6.000 € e l’importo dell’assegno sarà di 350 € al mese, per un massimo di 12 mesi e non rinnovabile. In caso di una famiglia composta da due adulti occupabili, il secondo percettore percepirà la metà, ovvero 175 €, per un totale nella coppia di 525 €.
La GAL può essere quindi richiesta da single o coppie di adulti, nel target di età tra 18-59 anni, che non rientrano quindi nelle famiglie con minori, anziani e disabili che fanno scattare, invece, il diritto alla GIL.
PAL E GAL, I SUSSIDI IN CASO DI ASSUNZIONE
Le aziende, che assumeranno i beneficiari dei sussidi, possono avere accesso a sgravi importanti:
- per i primi due anni è previsto uno sgravio fino a 8.000 € annui in caso di assunzione a tempo indeterminato;
- l’incentivo è dimezzato in caso di assunzione a tempo determinato.
Anche le Agenzie per il Lavoro, che hanno attivato i patti di lavoro e seguito mediante politiche attive le risorse occupabili, hanno accesso a un premio, da 1.200 € a 2.400 €, per ogni beneficiario collocato al lavoro.
DECRETO LAVORO 2023, BONUS ASSUNZIONE PER GIOVANI NEET
Il Decreto Lavoro 2023 prevede dei bonus a favore delle aziende che andranno ad assumere under 30, nell’ultimo semestre dell’anno, allo scopo di promuovere l’occupazione giovanile.
I giovani lavoratori, al momento dell’assunzione, devono rientrare nelle seguenti categorie:
- avere meno di 30 anni d’età;
- essere NEET, ovvero non lavorare e non essere inseriti in corsi di studio o di formazione;
- essere registrati al Programma Operativo Nazionale Iniziativa Occupazione Giovani.
Le aziende, che intendono avvalersi di questo bonus, devono essere certe, in prima battuta, che i giovani ne abbiano i requisiti. In seguito, i datori di lavoro privati devono procedere con la domanda dell’incentivo, se assumono giovani, in possesso dei 3 requisiti indicati sopra, nel periodo tra il 1° giugno e il 31 dicembre 2023.
L’incentivo è concesso per un massimo di 12 mesi e il valore è pari al 60 % della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali. Inoltre, l’agevolazione è cumulabile con il bonus assunzione giovani, ma in questo caso sarà riconosciuto nella misura del 20 %.
ASSEGNO UNICO, PREVISTO L’AUMENTO CON IL DECRETO LAVORO
La bozza del Decreto Lavoro introduce una maggiorazione dell’assegno unico universale per i figli con un unico genitore. Si tratta di un aumento di 30 €, in caso di ISEE pari o inferiore a 15.000 €.
A differenza della normativa attuale, che riconosce una maggiorazione solo ai nuclei familiari in cui entrambi i genitori percepiscono reddito, il nuovo Decreto prevede un aumento dell’Assegno Unico anche per i figli minori con un unico genitore lavoratore, perché l’altro è deceduto.
DECRETO LAVORO, COSA CAMBIA PER I LAVORATORI DOMESTICI
Il Decreto Lavoro introduce la possibilità per i lavoratori domestici, come colf e badanti, di richiedere di essere sottoposti alla sorveglianza sanitaria, prevista dall’articolo 41 del Testo Unico per la sicurezza sul lavoro. La richiesta deve essere fatta alle strutture territoriali INAIL, senza nessun costo a carico dei datori di lavoro. Si attende un apposito decreto del Ministero del Lavoro, che disciplinerà la modalità di esecuzione della sorveglianza sanitaria.
A seguito degli aumenti contrattuali scattati quest’anno, il Decreto Lavoro prevede, inoltre, un alleggerimento dei costi per i datori di lavoro, che potranno beneficiare della deducibilità fiscale fino a 3.000 € (invece dei precedenti 1.500 €) dei contributi versati per gli addetti ai servizi domestici.
CONTRATTI A TERMINE, CAMBIANO LE CAUSALI
Il Decreto Lavoro introduce novità rilevanti per quanto riguarda i contratti a tempo determinato e individua le nuove casuali, che legittimano il ricorso al lavoro a termine.
Con la nuova riforma si conferma la possibilità di stipulare liberamente i contratti di lavoro a tempo determinato per i primi 12 mesi. In seguito, scattano le nuove casuali, che vanno a sostituire quelle previste dal Decreto Dignità e permettono di prolungare con più facilità i contratti da 12 a 24 mesi. Le nuove casuali sono le seguenti:
- specifiche esigenze previste dai contratti collettivi di cui all’articolo 51, stipulati da associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, ovvero dalle rappresentanze sindacali aziendali ovvero dalla rappresentanza sindacale unitaria;
- specifiche esigenze di natura tecnica, organizzativa e produttiva individuate dalle parti in assenza della previsione della contrattazione collettiva, previa certificazione delle stesse presso una delle commissioni di cui agli articoli 75 e seguenti del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276;
- esigenze di sostituzione di altri lavoratori.
Inoltre, si potrà arrivare fino a un totale di 36 mesi di contratto, ma in questo caso, sarà necessario un passaggio presso gli uffici territoriali del ministero del Lavoro.
La nuova disciplina tende a reintrodurre la flessibilità precedente al Decreto Dignità e a rimuovere, inoltre, i vincoli del decreto Trasparenza. Le aziende non dovranno più, all’atto dell’assunzione, consegnare tutta una serie di documenti sul rapporto di lavoro, ma potranno semplicemente rimandare alla consultazione dei contratti.
DECRETO LAVORO, PROROGA DEI CONTRATTI DI ESPANSIONE
Il Decreto Lavoro impatta anche sulle pensioni. Prevede, infatti, la proroga fino al 2025 dei contratti di espansione, attualmente in vigore fino alla fine del 2023. È possibile, quindi, l’uscita anticipata di lavoratori a fronte dell’assunzione di nuove professionalità, tramite un accordo tra sindacati e azienda, per le organizzazioni con almeno 50 dipendenti. I lavoratori sono così accompagnati all’uscita, fino a cinque anni prima dei normali requisiti. I contratti di espansione prevedono l’assunzione di un nuovo lavoratore ogni tre che usufruiscono di questa agevolazione.
Il decreto Lavoro indica, inoltre, le finestre di uscita per il pensionamento anticipato dei lavoratori precoci, che passeranno da due a tre, come quelle previste per l’Ape sociale, ovvero 31 marzo, 15 luglio e 30 novembre.
Non si ipotizzano invece cambiamenti per Opzione donna, nonostante le numerose polemiche relative alla connessione fra età e numero di figli.