BONUS CALDAIA: COME CAMBIERÀ CON LA DIRETTIVA UE?
Via libera dell’Eurocamera alla cosiddetta direttiva UE per l’efficienza energetica “direttiva case green” degli edifici in tutta Europa: 343 sono stati i voti favorevoli, 216 voti contrari e 78 astenuti. Il testo, emendato dal Parlamento europeo sarà ora oggetto del negoziato finale tra Consiglio Ue ed esecutivo europeo prima di tornare in Plenaria.
Un nodo cruciale della Direttiva UE Casa Green riguarda l’obbligo di eliminare tutti gli incentivi destinato ai sistemi di riscaldamento alimentati da combustibili fossili. Pertanto, potrebbero scomparire i bonus caldaie a gas a partire dal 2024. C’è comunque un’apertura sugli impianti di riscaldamento ibridi e sulle caldaie funzionanti con idrogeno e biometano. Pertanto, i bonus caldaia potrebbero cambiare la struttura. Se il testo della direttiva case green uscito dal Parlamento Ue sarà confermato, gli incentivi saranno destinati agli apparecchi ibridi e a quelli certificati per funzionare con gas rinnovabili, come l’idrogeno.
La direttiva prevede infatti che, i nuovi edifici ma anche quelli esistenti in fase di ristrutturazione avranno il divieto di utilizzare sistemi di riscaldamento a combustibili fossili. Soprattutto le caldaie a gas.
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BONUS CALDAIA: VERSO L’ELIMINAZIONE
La direttiva case green approvata dal parlamento europeo prevede l’obbligo di avere edifici ad alta efficienza energetica, a partire dal riscaldamento, mediante il divieto di utilizzo di combustibili fossili. Saranno ammessi apparecchi alimentati a fonti rinnovabili (compreso l’idrogeno), ma anche i sistemi ibridi composti da caldaia a condensazione e pompa di calore.
La direttiva dispone il divieto di erogare nuovi incentivi per l’installazione di apparecchi di riscaldamento a fonti fossili, a gas, a partire da gennaio 2024.
BONUS CALDAIE SOLO PER LE FONTI RINNOVABILI E IBRIDE
Non saranno soggetti a questi divieti i sistemi ibridi, come la caldaia a condensazione e da una pompa di calore, controllati da una centralina unica e le caldaie certificate per funzionare con combustibili rinnovabili, come il biometano o l’idrogeno.
Per quanto riguarda le agevolazioni fiscali, la direttiva dispone che: “Gli Stati membri non offrono più incentivi finanziari per l’installazione di caldaie individuali che usano combustibili fossili” “al più tardi da gennaio del 2024”. Inoltre, aggiunge che, i paesi membri “non dovrebbero offrire incentivi finanziari per l’installazione di caldaie a combustibile fossile a partire dall’entrata in vigore della presente direttiva”.
Se il testo della direttiva sarà approvato senza modifiche gli stati membri avranno meno di due anni per recepire la direttiva dell’Unione Europea.
Inoltre, continua la direttiva, “gli incentivi dovrebbero essere destinati prioritariamente a famiglia vulnerabili e a basso reddito”.
L’obiettivo è quello di ridurre le emissioni di gas a effetto serra e il consumo finale di energia nel settore edile dell’Unione entro il 2030 e renderlo
climaticamente neutro entro il 2050.
Secondo quanto prevede il testo della direttiva gli edifici residenziali dovranno raggiungere una classe di prestazione energetica minima di tipo “E” entro il 2030 e “D” entro il 2033. Nella classificazione di efficienza energetica
(dalla lettera A alla G), la classe G dovrà essere del 15% degli edifici con le prestazioni energetiche peggiori in ogni Stato membro.
Gli interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche dovranno essere effettuati, secondo quanto riporta la direttiva, al momento della vendita dell’immobile, oppure al momento della ristrutturazione dell’edificio.