WHISTLEBLOWER TUTELATO: RICONOSCIUTO IL DIRITTO AL RISARCIMENTO DEL DANNO MORALE DA RITORSIONE
La recente evoluzione normativa e giurisprudenziale in materia di whistleblowing segna un passo decisivo nella protezione di chi segnala illeciti all’interno delle organizzazioni. Oltre alle misure volte a prevenire atti discriminatori, si afferma ora con maggiore chiarezza il diritto del segnalante a ottenere il risarcimento del danno morale quando subisce comportamenti ritorsivi in conseguenza della propria denuncia.
Questo riconoscimento amplia in modo significativo la tutela sostanziale del whistleblower: non si tratta più soltanto di ripristinare la situazione lavorativa compromessa da demansionamenti, esclusioni, pressioni o altri atti punitivi, ma di compensare anche la sofferenza psicologica e il pregiudizio alla dignità professionale derivanti dalla ritorsione. È un passaggio culturale prima ancora che giuridico, perché ribadisce il valore sociale della segnalazione e la necessità di proteggere chi, con senso civico, contribuisce alla trasparenza e alla legalità.
In questo contesto, le organizzazioni sono chiamate a rafforzare i propri sistemi interni di gestione delle segnalazioni, garantendo riservatezza, imparzialità e tracciabilità del processo. Allo stesso tempo, il riconoscimento del danno morale funge da deterrente verso condotte ritorsive, rafforzando un clima aziendale più etico e responsabile.
La strada verso una piena tutela del whistleblower è ancora lunga, ma il nuovo orientamento rappresenta un tassello fondamentale per incoraggiare segnalazioni libere, sicure e consapevoli.