SI STRINGONO I TEMPI SUL NUOVO PATTO DI STABILITÀ, GOVERNO IMPEGNATO SU MANOVRA E RIFORMA FISCALE

Entro la fine dell’anno, pena il ritorno ai vecchi parametri, dovrà essere definito il nuovo Patto di Stabilità dell’UE. I nodi ancora da sciogliere, che dividono i Paesi cosiddetti frugali e quelli che vorrebbero invece maggiore flessibilità, sono essenzialmente rappresentati dalla velocità di rientro verso gli indici di riferimento (benchmark) di salvaguardia del deficit, pari all’1,5% e quelli legati alla massima deviazione consentita rispetto alle soglie della spesa primaria annua. A questo riguardo, agli Stati che dovessero sforare il tetto del deficit del 3%, verrebbe imposto un aggiustamento strutturale dei conti dello 0,5%, una percentuale ritenuta troppo alta da vari nazioni tra cui l’Italia. Intanto, sempre sul versante UE, il Governo, ha richiesto formalmente a Bruxelles l’erogazione della quinta rata del Pnrr, pari a 10,5 miliardi mentre è in attesa della quarta, di 16,5, che dovrebbe giungere a breve Sul fronte interno, invece, l’Esecutivo è impegnato sia negli ultimi ritocchi alla manovra che su alcune disposizioni che verranno incluse nella riforma tributaria e che contemplano, fra le varie misure, l’avvio della Global minimum tax, la definizione del nuovo calendario delle scadenze fiscali e il riordino del settore dei giochi online mentre, il varo della rimodulazione dell’Irpef, è stato rimandato di una settimana.