PAGAMENTI IN CONTANTI FINO A 10.000 EURO: ARRIVA PERÒ UNA NUOVA IMPOSTA

Il governo conferma la possibilità di effettuare pagamenti in contanti fino a 10.000 euro, una soglia pensata per semplificare le transazioni quotidiane e agevolare cittadini e imprese. Tuttavia, contestualmente all’aumento del limite, scatta una novità fiscale che non può essere ignorata: l’introduzione di una nuova imposta sulle operazioni in contanti sopra una determinata soglia.
L’obiettivo dichiarato è quello di monitorare meglio i flussi finanziari e contrastare l’evasione fiscale, senza penalizzare chi utilizza il contante per acquisti legittimi. La misura, però, potrebbe incidere sulle abitudini di spesa di molti cittadini e sull’organizzazione delle piccole imprese, che spesso fanno affidamento su pagamenti in contanti per la gestione quotidiana della cassa.
Secondo gli esperti, la nuova tassa potrebbe rappresentare un piccolo costo aggiuntivo per le transazioni più consistenti, ma è anche vista come uno strumento per favorire la tracciabilità dei pagamenti e incentivare l’uso di strumenti elettronici. In pratica, chi decide di usare il contante per importi elevati dovrà mettere in conto una maggiorazione fiscale, anche se il tetto massimo resta relativamente alto rispetto agli standard europei.
Le associazioni di categoria e i consulenti fiscali invitano già a prestare attenzione alle modalità di pagamento, sottolineando l’importanza di pianificare correttamente le operazioni finanziarie per evitare sanzioni o costi imprevisti. Per i cittadini, dunque, la regola è semplice: contante fino a 10.000 euro sì, ma con la consapevolezza che sopra una certa soglia scatterà la nuova imposta, destinata a cambiare leggermente le dinamiche di spesa e gestione del denaro.
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