LICENZIAMENTO IN GRAVIDANZA: LA LAVORATRICE DEVE BENEFICIARE DI UN TERMINE RAGIONEVOLE PER POTERLO CONTESTARE

La Corte di Giustizia Europea, ritiene troppo breve il termine di due settimane per chiedere l'ammissione di un ricorso tardivo. Il tribunale tedesco del lavoro respingeva il ricorso di una dipendente di una casa di cura avente ad oggetto la contestazione del suo licenziamento in virtù del divieto di licenziare una donna incinta. A fondamento del rigetto, il tribunale rilevava la tardività del ricorso in quanto proposto oltre il termine ordinario di tre settimane successivo alla notifica scritta del licenziamento, previsto dal diritto tedesco. Inoltre, la lavoratrice ha omesso di presentare una domanda di ammissione del ricorso tardivo entro il termine supplementare di due settimane previsto da tale diritto. Il tribunale rimette la questione alla Corte di Giustizia dell'UE, chiedendole se la normativa tedesca in esame è compatibile con la Direttiva 92/85/CEE sulle lavoratrici incinte.