CI HANNO 'RIFILATO' UNA BANCONOTA FALSA? ECCO COSA SI RISCHIA SE SI TENTA DI RIMETTERLA IN CIRCOLAZIONE
Come comportarsi se ci si ritrova con una banconota falsa? Rimetterla in circolazione è reato anche se la si è ricevuta in buona fede. Cosa fare dunque?
A chi non è capitato almeno una volta nella vita di vedersi "rifilare" una banconota falsa? E di fronte alla "triste" verità di essere tentato di rimetterla in circolazione soprattutto se l'importo è elevato?
Beh, meglio non farlo.
Si potrebbe incorrere in una condanna penale.
La legge, infatti, punisce "con la reclusione fino a sei mesi o con la multa fino a 1.032 euro" chiunque spende, o mette altrimenti in circolazione monete contraffatte o alterate", pur se da lui ricevute in buona fede (art. 457 codice penale).
Se poi addirittura c'è la malafede, ovvero colui che spende le banconote false (o le acquista o detiene sempre al fine di metterle in circolazione) con la consapevolezza della falsità, l'ipotesi integrata è quella del più grave reato ex art. 455 c.p.
Ovviamente, se chi ha ricevuto il denaro contraffatto lo "spaccia" ignorando che lo sia, non c'è reato perché manca l'elemento psicologico.
In ogni caso, se si viene "beccati", farsi "identificare" dalle autorità competenti o presentarsi di propria spontanea volontà per denunciare l'accaduto, anziché defilarsi impunemente, depone senz'altro a favore della propria buona fede e non fa scattare nessuna ipotesi di reato (Trib. Terni n. 36/2012).
Detto ciò, come deve comportarsi il povero "malcapitato" che ha ricevuto una banconota falsa?
Escluso, quindi, il tentativo di liberarsene rimettendola in circolazione, date le conseguenze penali cui potrebbe incorrere (ma anche, perché no, quelle "morali"!), l'alternativa potrebbe essere quella di decidere di strapparla o portarla a casa per conservarla "a ricordo" dell'accaduto oppure nell'attesa di prendere una decisione. In tale ultimo caso, la detenzione non dovrebbe essere punibile perché manca l'elemento soggettivo, ovvero la volontà del soggetto di rimettere il denaro falso in circolazione (Cass. n.25500/2007).
Ma la cosa migliore, comunque, se ci si è accorti (da soli o "sollecitati" da terzi) che la banconota in nostro possesso è falsa, o anche se se ne ha solo il sospetto, meglio recarsi presso gli sportelli di una banca o di un ufficio postale o in una filiale della banca d'Italia per farla esaminare.
La banconota verrà presa in "carico" dal dipendente preposto che ha l'obbligo di ritirarla dalla circolazione ed inviarla all'apposito nucleo presso la banca d'Italia (Nac) per la disamina, rilasciando verbale e copia della banconota stessa.
A questo punto se all'esito dell'esame, la banca d'Italia conferma la "bontà" della stessa, l'importo verrà rimborsato integralmente all'utente tramite vaglia cambiario.
Se invece la falsità è accertata, nulla è dovuto. Quindi, in sostanza, ci si potrà scordare di rivedere indietro i soldi.
Ma almeno si eviterà oltre al danno "economico" anche la beffa di rischiare una condanna.
E per il futuro, sarà meglio prestare maggiore attenzione alle banconote ricevute cercando di riconoscere quelle contraffatte.
Sul sito della Banca Centrale Europea, per chi vuole "farsi una cultura" in materia, ci sono tutte le caratteristiche di sicurezza che una "buona" banconota deve possedere.