DIVERBIO AL BANCO MACELLERIA DEL SUPERMERCATO: LICENZIATO IL DIPENDENTE CHE TRATTA MALE IL CLIENTE

Nel caso di specie, un addetto al banco macelleria di un supermercato – dopo un vivace scambio di battute con un cliente – si rivolgeva a quest'ultimo, anziano, "in modo sgarbato, volgare, aggressivo e scurrile e, negli attimi successivi, invece di chiedere scusa, aveva continuato il diverbio, con toni sempre più accessi, dando uno spettacolo indecoroso e anche un po' preoccupante". La Suprema Corte di Cassazione ha ritenuto giustificato il licenziamento intimato per giusta causa al dipendente, integrante la previsione dell'art. 215 del CCNL di categoria che sanziona con tale provvedimento le "gravi violazioni" degli obblighi posti dall'art. 210, tra cui quello di "usare modi cortesi col pubblico e di tenere una condotta conforme ai civici doveri", qualificandolo come "fatto che non consente la prosecuzione, anche provvisoria, del rapporto", anche per il danno all'immagine provocato all'azienda.- L'articolo affronta su un tema di grande rilevanza per le relazioni lavorative: la gestione dei rapporti tra dipendenti e clientela, soprattutto in contesti di vendita al dettaglio, dove la cortesia è una componente fondamentale del servizio. – La sentenza ribadisce che la mancanza di rispetto verso i clienti può giustificare il licenziamento, specialmente quando il comportamento compromette la reputazione dell'azienda. In questo senso, l'articolo espone e come la giurisprudenza valuti non solo l'episodio specifico, ma anche il danno all'immagine aziendale e il rispetto delle regole di condotta professionale. La decisione si inserisce in una linea di rigore della Cassazione nel tutelare gli interessi aziendali, soprattutto laddove siano in gioco comportamenti che minano la fiducia nel servizio offerto ai clienti.