LA TOLLERANZA DEL DATORE DI LAVORO NON ESONERA IL DIPENDENTE DAL DIVIETO DI FUMO

Con l'ordinanza n. 7826/2025, la Sezione Lavoro si sofferma su quelli che sono gli effetti della tolleranza aziendale rispetto alla generalizzata violazione
del divieto di fumo nell'area air-side. La mancata reazione della società non basta, di per sé, a rendere lecita la condotta del lavoratore. Difatti, per la Suprema Corte la tolleranza del datore di lavoro nei confronti di comportamenti illegittimi dei dipendenti non annulla automaticamente l'illiceità della loro condotta. Per escludere la responsabilità del lavoratore, non basta l'inerzia del datore nel far rispettare le regole, ma devono esserci elementi concreti che abbiano indotto il dipendente a credere in buona fede che il suo comportamento fosse lecito. In assenza di tali presupposti, la violazione resta sanzionabile e il dipendente può essere licenziato.

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