IL GIUDICATO FAVOREVOLE AL FISCO IMPEDISCE L’AUTOTUTELA TRIBUTARIA

Anche dopo la nuova disciplina dell’autotutela tributaria, la circostanza che sia intervenuta una sentenza del giudice tributario favorevole all’Amministrazione passata in giudicato impedisce l’esercizio del potere di autotutela.
L’autotutela tributaria è un tema che è stato recentemente oggetto di significative novità normative, ma il bilanciamento con la stabilità
dei rapporti e la cosa giudicata può spiegare alcuni limiti alla possibilità che l’Amministrazione fiscale possa procedervi.
In questo contesto, la sezione Tributaria della Corte di cassazione con la sentenza n. 7979 del 26 marzo 2025 ha individuato come limite l’intervenuto giudicato favorevole all’Amministrazione fiscale.
Nel caso di specie tutto aveva preso le mosse da una verifica della Guardia di Finanza all’esito della quale aveva contestato l’emissione dal 1997 al 2000 di fatture per operazioni inesistenti e l’utilizzo di fatture per operazioni emesse da società terze.
Sulla base degli accertamenti l’Agenzia aveva notificato alla società e al contribuente tra il 2001 e il 2002 plurimi avvisi di accertamento, atti di contestazione delle sanzioni e cartelle esattoriali per la riscossione degli importi dovuti.
Avverso quegli atti il contribuente aveva proposto ricorso al giudice tributario: quel contenzioso venne definito, però, con il rigetto del ricorso (che passò, infine, in cosa giudicata).
In sede penale, invece, il contribuente venne assolto con sentenza del Tribunale per insussistenza del fatto in ordine alla falsità delle fatture contestate.
Invocando la sentenza penale a lui favorevole il contribuente presentò istanza di autotutela all’Agenzia delle Entrate che venne rigettata stante l’autonomo rilievo fiscale dei fatti e la definitività degli atti impositivi coperti da giudicato.
Proposto ricorso avverso il diniego di autotutela mentre la Commissione provinciale aveva respinto la domanda, quella regionale l’aveva accolta.

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