Reintegrato il lavoratore che minaccia di morte un altro lavoratore

La Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 28630 del 15 dicembre 2020, dichiara illegittimo il licenziamento di un lavoratore che, durante un'assemblea sindacale, minaccia di morte il rappresentante sindacale unitario dell'azienda.

Invero, la Corte giunge a tale conclusione poiché, dato il turbolento contesto in cui la frase 'incriminata' è stata pronunciata, invece che del frutto di un serio intento, si deve ritenere che essa derivi dall'abitudine dell'incolpato ad assumere atteggiamenti inurbani. Pertanto, poiché trattasi di un comportamento che rientra tra le fattispecie che il CCNL punisce con una mera sanzione conservativa, gli ermellini considerano il fatto insussistente e sostengono che il lavoratore vada reintegrato.

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