L’INPS non si attiva: Rendita vitalizia e non regolarizzazione contributiva per il lavoratore

In materia previdenziale il dipendente ha diritto alla rendita vitalizia e non alla regolarizzazione contributiva se l'INPS non si è attivato per recuperare le somme dall'imprenditore. In assenza di una diversa disposizione legislativa, infatti, la tutela del lavoratore non può essere completa.
È quanto asserito dalla Corte di Cassazione nell'Ordinanza n. 2164 del 1° febbraio 2021, con la quale ha chiarito che l'obbligazione contributiva ha come soggetto attivo l'ente assicuratore, nel caso di specie l'INPS, e come soggetto passivo il datore di lavoro, quale debitore dei contributi nella parte maggiore (o per l'intero). Pertanto, il lavoratore non è legittimato ad agire nei confronti dell'Istituto previdenziale per accertare l'esistenza del rapporto di lavoro subordinato, né può chiedere di sostituirsi al datore di lavoro nel pagamento dei contributi al fine di, in caso di comprovata omissione contributiva, ottenere una regolarizzazione della propria posizione contributiva.