Fiorai, dal Covid un’ecatombe di imprese

Nel 2020, oltre 5.000 fiorai, il 30% del numero complessivo di punti vendita attivi nel periodo pre-Covid, hanno abbandonato il mercato, con i negozi passati da 15 mila a 10mila unità.
La FENAILP rileva peraltro come, pure l’anno in corso, vedrà probabilmente confermata tale dinamica negativa, con la possibile perdita di un ulteriore 10% di aziende del comparto.
A incidere pesantemente sono stati il Lockdown e le relative misure sanitarie, che hanno portato all’azzeramento non solo di eventi, congressi e cerimonie di vario carattere, ma anche delle occasioni di socialità in concomitanza delle quali, fiori e piante, risultano essere da sempre uno dei doni più gettonati.
Ad aggravare la situazione di molte imprese, che lamentano ammanchi sull’anno precedente dell’80% circa, l’esiguità dei ristori ricevuti, pari a 600 Euro e la logica dei contributi assegnati che, anziché guardare al bilancio negativo dei ricavi, è stata incentrata sui Codici Ateco.
Uno scenario che, per l’associazione di categoria, richiede ora un’attenzione concreta da parte del prossimo Governo, con il varo di misure di supporto tra cui, in primis, l’abbattimento delle imposte e l’erogazione di risorse per affrontare le spese di locazioni, ormai insostenibili per molti fioristi a fronte di incassi che restano esigui o quasi inesistenti.